
Dolori Cervicali? Cause psicosomatiche ed Esercizi
E’ sempre importante comprendere la tipologia di dolore e cosa ci permette o ci impedisce di fare.
Un forte dolore alla base del collo, ad esempio, che pervade il trapezio e si irradia verso il braccio (solitamente il destro) è segnale di un qualcosa che vorremmo fare (braccio destro) ma che rimane bloccato sul collo (veicolo tra ma mente e il corpo, dove passano tutte le terminazioni nervose e a cui sono collegati nervi e muscoli che muovono le braccia).
Una sofferenza e il sentirsi bloccati, fanno sì che tutta la zona si infiammi e ci blocchi di conseguenza.
Infatti chi soffre ripetutamente di problemi cervicali è una persona con un’attività riflessiva esagerata e spesso anche molto ostinato nel voler perseguire una via, anche se fatica molto nella realizzazione della stessa.
Non essere quindi morbidi, disponibili a cedere, a cambiare idea, a mettersi in gioco e ad essere più elastici, sono atteggiamenti che facilitano l’irrigidimento muscolo-tendineo.
Anche imporre la propria volontà razionale su istinti e sensazioni più del cuore e dell’anima crea un blocco all’altezza del collo, sia dall’alto verso il basso (con la pressione dell’imposizione) sia dal basso verso l’alto (per non lasciare che le emozioni e gli istinti arrivino alla mente razionale).
Un collo che duole quando si piega in avanti può indicare una difficoltà e una sofferenza nel doversi adattare, piegare.
Una sensazione di essere sottomessi, ad esempio, anche da una situazione di vita, e il rifiuto di accettarla e la particolare condizione a lamentarsi e a soffrire, anziché reagire e prendere in mano la situazione.
Quando il collo duole girandolo a destra e a sinistra, può significare che la persona si sta guardando troppo intorno, guarda molto gli altri, e non guarda se stesso e dentro di sé. La malattia impedisce di guardare in giro e suggerisce una maggiore introspezione.
Un collo che duole guardando in alto, allo stesso modo e per analogia, suggerisce di guardare meno per aria e più davanti a sé.
Di stare meno con la testa fra le nuvole, a guardare i castelli per aria, e di cominciare a centrarsi, a guardare avanti, a stare con se stessi e magari a realizzare quello che vogliamo, invece che passare la vita nella lamentela costante e a guardare dovunque, meno che dentro noi stessi e dove stiamo andando.